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Stazione di servizio (1961-1962) Gianni Avon

Lignano Pineta - lungomare Alberto Kechler





Fotografia: Giulio Avon /Studio Avon Associati, Udine


L'architettura di questo edificio si distingue per la sua vasta tettoia, che poggia su sette robusti telai in cemento armato. Questa imponente copertura non solo offre un riparo funzionale, ma crea anche un effetto visivo di grande impatto, conferendo all'intera struttura un senso di monumentalità e solidità.

Al di sotto della tettoia, trovano spazio diversi blocchi modulari, destinati originariamente a ospitare delle officine. La scelta dei blocchi modulari non è solo pratica, ma anche estetica, permettendo una configurazione flessibile e adattabile degli spazi interni, a seconda delle necessità operative.

Uno degli elementi più caratteristici e affascinanti di questa costruzione è l'ampia intercapedine che si crea tra i blocchi modulari e il solaio della copertura. Questa soluzione architettonica non solo migliora la ventilazione e la luminosità naturale all'interno degli spazi, ma contribuisce anche a conferire un notevole slancio strutturale all'edificio. La luce che filtra dall'intercapedine e le ombre che si creano durante il giorno aggiungono dinamismo e leggerezza visiva, contrapposta alla robustezza dei materiali utilizzati.

Nonostante l'ingegnosità del design e la solidità della costruzione, l'edificio è purtroppo da tempo in stato di abbandono. Questa condizione di degrado ha inevitabilmente lasciato il segno sulla struttura, che mostra segni evidenti di deterioramento. Tuttavia, anche in questo stato, è possibile apprezzare l'originalità e la maestosità dell'architettura. L'intervento di recupero e riqualificazione potrebbe restituire all'edificio il suo antico splendore, rendendolo nuovamente funzionale e integrandolo nel contesto urbano contemporaneo.

L'architettura di questa struttura rappresenta un esempio significativo di come elementi funzionali e estetici possano armonizzarsi, creando un'opera che, nonostante il trascorrere del tempo e le vicissitudini, continua a suscitare ammirazione e rispetto. Il recupero di edifici come questo non solo conserva il patrimonio architettonico, ma contribuisce anche a dare nuova vita e utilità a strutture che hanno ancora molto da offrire.


La corsa al mare (1960-1969)
Alla fine degli anni Cinquanta, la trasformazione del territorio per scopi turistici era già evidente, definita dai piani urbanistici per Lignano Sabbiadoro, Lignano Pineta e Lignano Sud (Riviera). Con il boom economico degli anni Sessanta, lo sfruttamento intensivo aumentò notevolmente. Tra il 1960 e il 1970, il numero di posti letto e presenze triplicò. Le diverse strategie urbanistiche adottate per Sabbiadoro, Pineta e Riviera portarono a risultati differenti. I progetti di D'Olivo per Pineta e di Piccinato per Riviera riuscirono a modellare il territorio e a resistere al degrado speculativo. Gli anni della "corsa al mare", celebrati dalla Triennale di Milano del 1964, segnarono una significativa trasformazione del paesaggio italiano. Tuttavia, la deturpazione delle coste era in atto, rappresentando l'altro lato del boom economico. A metà degli anni Sessanta, in contrasto con questa tendenza, Pineta e Riviera emersero come esempi positivi di pianificazione urbanistica per i centri balneari.


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