top of page

Convegno "Transizioni-Transitions" - Università di Palermo.

jue, 14 sept

|

Palermo

44° CONVEGNO INTERNAZIONALE DEI DOCENTI DELLE DISCIPLINE DELLA RAPPRESENTAZIONE CONGRESSO DELLA UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO ATTI 2023 Veronica Riavis - Università degli Studi di Udine Geometrie e transizioni dal paesaggio all’architettura: l’abitare a Lignano per Marcello D’Olivo

La registrazione è stata chiusa
Scopri gli altri eventi
Convegno "Transizioni-Transitions" - Università di Palermo.
Convegno "Transizioni-Transitions" - Università di Palermo.

Horario y ubicación

14 sept 2023, 10:00 – 16 sept 2023, 10:00

Palermo, Piazza Marina, 61, 90133 Palermo PA, Italia

Acerca del evento

Veronica Riavis, membro del nostro Comitato Scientifico, ha rappresentato gli attuali e futuri sviluppi della nostra Associazione "Raggi e ArchiTetture - Ville di Lignano" al Convegno tenutosi presso l'Università degli studi di Palermo.

Lignano laboratorio di architettura

Associazione Raggi e ArchiTetture - Ville di Lignano

Nell'anno in cui si celebrano i 120 anni dalla nascita del primo stabilimento balneare, dieci proprietari di ville storiche - realizzate dagli architetti Marcello D'Olivo, Gianni Avon, Aldo Bernardis, Paolo Pascolo, Claudio Nardi, Iginio Cappai e Pietro Mainardis - hanno deciso di fondare un'associazione per contribuire e rendere riconoscibile questo importante patrimonio. È stata avviata una collaborazione con l'Università degli Studi di Udine per la catalogazione e la digitalizzazione delle architetture del Novecento nel Comune di Lignano Sabbiadoro. Sono previsti sopralluoghi e laboratori didattici per l'approfondimento e la divulgazione all'interno della Scuola di Architettura.

CONVEGNO "TRANSIZIONI-TRANSITIONS"

Attraversare Modulare Procedere

44° CONVEGNO INTERNAZIONALE DEI DOCENTI DELLE DISCIPLINE DELLA RAPPRESENTAZIONE CONGRESSO DELLA UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO ATTI 2023

Veronica Riavis  - Università degli Studi di Udine

Geometrie e transizioni dal paesaggio all’architettura: l’abitare a Lignano per Marcello D’Olivo

Abstract:

Marcello D’Olivo, Lignano Pineta, analisi geometrica, booleane architettoniche, rappresentazione avanzata

La transizione, intesa come interpretazione dalla scala territoriale a quella architettonica attraverso l’impiego di geometrie matematiche desumibili dalla natura, è un tema che ha accompagnato Mar- cello D’Olivo (1921-1991) nella progettazione di piani urbani e architettonici. La ricerca ha voluto approfondire la dimensione abitativa sperimentata dall’architetto udinese analizzando alcune sue opere significative concepite per il piano di lottizzazione di Lignano Pineta: le vicine ville Mainardis (1954-1955) e Spezzotti (1955-1957), e le mai realizzate ville tipo e Ellero (1955). In queste architet- ture coeve si riscontra la ricerca da parte del progettista di integrare le ville con il contesto paesaggi- stico circostante e il distintivo ricorso alla figura del cerchio, impiegato secondo diverse modulazioni per comporre sia gli spazi interni che esterni degli edifici. L’analisi è stata affrontata traducendo il materiale documentale conservato presso l’Archivio D’Olivo dei Civici Musei di Udine e l’Archivio del Comune di Lignano Sabbiadoro, da un lato sfruttando gli strumenti di rappresentazione assistita al computer nell’ambito della documentazione digitale al fine di far emergere gli esiti geometrico-fi- gurativi, dall’altro per superare i limiti di fruizione imposti dallo schermo mediante l’esplorazione virtuale e la prototipazione fisica di una delle architetture prese in esame.

Introduzione

Per Marcello D’Olivo (1921-1991) il progetto architettonico può ripristinare l’equilibrio tra uomo e natura. L’interpretazione di regole matematiche e figure geometriche desumibili dalla natura, assieme al progresso tecnologico e alla ricerca scientifica, rappresentano le condizioni necessarie per integrare l’architettura – intesa a prescindere da dimensioni e destinazioni d’uso – in un particolare contesto ambientale. I colorati disegni, le espressioni matematiche e i calcoli appuntati sulla carta dimostrano l’interesse dell’architetto per le scienze pure, ma anche per la botanica, gli ecosistemi e la cibernetica. Sulla base di tali studi, egli motiva le forme sperimentate in molteplici occasioni progettuali: figure geometriche, morfologie vegetali e ani- mali che costituiscono gli archetipi del suo linguaggio compositivo [Ferrieri 2008, pp. 144-145]. Le opere di D’Olivo si discostano dal panorama culturale italiano dell’epoca, ed è evidente il richiamo a Le Corbusier e Wright. In particolare, da quest’ultimo trae il principio che lega l’edificio al suolo: un insieme armonico e affine al contesto ambientale [Wright 1945, p. 6]. Nel Discorso per un’altra architettura [D’Olivo 1975], D’Olivo indaga proprio sul rapporto tra costruzioni e mondo fisico-naturale. Come le strutture vegetali, l’architettura deve ricercare la soluzione più adatta per stabilirsi in un luogo: singole entità che, come in natura, sono con- dizionate dalla densità di altri organismi dell’insieme [D’Olivo 1975, p. 17-19].

L’architetto udinese chiarisce inoltre i principi fondamentali per l’abitare dell’uomo contem- poraneo attraverso la doppia analogia tra albero e città e tra la foglia e la casa, in una visione ideale in cui la realtà artificiale è assimilabile al mondo naturale perché regolata dalle mede- sime leggi [D’Olivo 1972, p. 55; Avon 2002, p. 20]. L’architettura deve quindi emulare il fun- zionamento, i principi statici, la capacità di modificazione e l’equilibrato controllo ambientale propri della natura [Wragnaz 2002, pp. 55-56].

La concretizzazione di tale pensiero – malgrado la poi sopraggiunta speculazione edilizia – la si rintraccia nell’esperienza doliviana a Lignano Pineta: un territorio in cui la città e le sue entità architettoniche sono fondate su geometrie complesse che si ispirano e integrano al paesaggio lagunare, rendendo l’uomo partecipe di questa ricerca di armonia.

Lignano Pineta e la spirale urbana

Nel 1952 un’area nei pressi di Latisana dalla forte vocazione turistica fu acquistata da un gruppo di imprenditori intenzionati a fondare una nuova città balneare. In seguito a un con- corso, l’incarico fu affidato a Marcello D’Olivo che fin dalle prime figurazioni e progetti pensò a un piano urbano impostato su una grande spirale stradale – anticipata da varie soluzioni logaritmiche e di verso opposto da quello poi realizzato in forma aritmetica – che integra gli elementi del paesaggio locale agli ambiti di servizio e villeggiatura [Barillari 2014, 2016; Nicoloso 1998].

L’evolvente si sviluppa in senso orario compiendo tre volute deviando verso l’entroterra. Dal centro si snodano i percorsi secondari: un doppio nastro sinusoidale destinato ai ser- vizi e a copertura ‘a pagoda’ conduce al mare, mentre altri tracciati paraboloidi si diramano dalle volute verso la spiaggia o la pineta. Percepibile solo per via aerea, la spirale stradale è stata concepita per essere percorsa in automobile trovandosi sempre dinanzi il verde [D’Olivo 1975].

Diversamente dalla logaritmica, la spirale di Archimede è assente in natura ma ha consentito all’architetto di gestire uniformemente la lottizzazione grazie alla costante distanza tra le spire. Infatti, la progressione è di 3 metri ogni 10° di spostamento, con lotti ampi 100 metri e pro- fondi 50. Per potersi confondere con il terreno e la vegetazione, inoltre, gli edifici residenziali dovevano essere arretrati di 20 metri rispetto alla strada, non dovevano superare i due piani fuori terra e la loro superficie coperta non poteva eccedere il 20% del lotto.

Evocati nel contesto lagunare e marittimo, tracciati e architetture curvilinee si integrano alle dune e alla macchia boschiva, costituita da vegetazione pioniera resistente alla salsedine e contenitiva dei venti marini, oltre che da alcune varietà di pino impiegate nel rimboschimento dei litorali sabbiosi altoadriatici durante il Novecento.

Lignano Pineta e le ville

Lignano Pineta fu per D’Olivo una fucina per sperimentare soluzioni urbane e architetto- niche. Qui progettò edifici di varia destinazione d’uso dislocati nei lotti della spirale. Li rap- presenta attraverso curve sinusoidali (il ‘Treno’), intersezione/differenza di cerchi derivanti dall’algebra di Boole (ville unifamiliari, edifici per servizi generali), e talvolta attraverso maglie rettilinee o studi compositivi sul quadrato (case a schiera).

In particolare, il tema dell’abitare sperimentato mediante la geometria del cerchio e le logiche booleane si dimostra molto interessante per lo studio di forme architettoniche complesse progettate da D’Olivo e per il loro inserimento nel territorio, ma anche per la distribuzione e la funzionalità degli spazi interni ed esterni, oltre che per l’arredamento. Concepite negli stessi anni, significative sono le vicine ville Mainardis e Spezzotti, e le mai re- alizzate villa Ellero e alcune case ‘tipo’ del 1954. Sulla base di documenti originali, sono state esaminate le architetture citate poi sottoposte alla trascrizione digitale e all’analisi geome- trica delle planimetrie. L’indagine ha voluto far emergere i tracciati degli spazi architettonici, oltre che individuare il ricorso a grafismi costanti nel metodo progettuale di D’Olivo.

A eccezione della soluzione tipologica elaborata nel 1954, le altre tre ville unifamiliari si svi- luppano su più livelli inserendosi tra le dune e la pineta.Tale ricerca è evidente in tutte viste (piante, prospetti, sezioni e prospettive): le architetture si innestano adattandosi all’orografia del terreno e si mimetizzano nel verde, adottando soluzioni geometriche di transizione come il disegno della pavimentazione a lastricato, il gioco di scale e il ricorso a fioriere o aiuole. Soprattutto osservando le planimetrie, risalta la preminenza del disegno geometrico sugli altri elementi della composizione: in funzione dei tracciati, infatti, vengono disciplinati gli spazi e gli arredi su misura.

I piani elaborati nel 1954 sulla villa tipo costituiscono i primi studi di abitazione per Lignano Pineta nei quali l’architetto introduce la figura del cerchio come matrice architettonica . In realtà, lo sviluppo della casa è contenuto nella fascia centrale rettilinea definita entro due brevi archi di cerchio e da una maglia quadrata di 1x1 metri. Lo sviluppo circolare della muratura, quindi, interessa prevalentemente i paramenti di recinzione e una zona di servizio interposta tra la parte residenziale e la loggia per automobili. La suddivisione del cerchio e le operazioni booleane sono invece accennate da alcuni scalini, mentre d’assetto centripeto è richiamato da fioriere e panche curvilinee.

Questa soluzione abitativa non realizzata trova occasione di approfondimento in villa Mai- nardis (1954-1955) della quale D’Olivo progetta due varianti. Nelle piante risalta il tema dell’architettura centripeta, della suddivisione in settori e archi di corone circolari, ma anche della composizione attraverso l’algebra booleana. Nella prima versione, simile a quanto realizzato per l’edificio lignanese Dancing ‘Il fungo’ (1954), si rintraccia una suddivisione di tre settori circolari ampi 120° che inquadrano gli ambiti di servizio, la zona giorno e notte. Al centro del volume D’Olivo ricava un ampio vuoto entro il quale è inserita una scala che sale in senso antiorario e costeggia il muro, mentre all’esterno un altro collegamento verticale si contrappone al precedente. L’eccentricità è marcata dai setti disposti a raggiera – lunghi e brevi – che racchiudono le camere. Come una sorta di appendice, l’architettura presenta una scala circolare distaccata dal corpo principale e raccordata da una promenade che si estende fino alla terrazza.

Nella seconda versione, poi realizzata, D’Olivo ridimensiona l’architettura e i suoi spazi con- ferendo all’edificio un assetto più compatto (fig. 3b). Al centro del volume cilindrico si trova una scala a chiocciola che funge da fulcro dell’edificio: un perno attorno al quale gli ambienti sono distribuiti secondo logiche di differenza e completamento, in ragione di raggi e angoli al centro quotati nelle planimetrie dal progettista (fig. 4). In entrambe le soluzioni D’Olivo preve- de il mattone faccia a vista, ampie vetrate e il caminetto nel soggiorno, parametro largamente impiegato anche da Wright che rende la villa abitabile anche in inverno. Il rivestimento esterno trova contrasto con il cornicione intonacato e tinteggiato chiaro di profilo curvilineo, mentre il tetto è adibito a solarium.

Il tema dell’intersezione booleana è evidente anche nella non realizzata villa Ellero (1955), una piccola abitazione in mattoni definita entro pochi archi intersecanti che si integra nel terreno accostandosi al dislivello (fig. 5). Ambienti, enti architettonici e d’arredo sono disciplinati da due origini poste in pianta sull’asse mediano. Il disegno del perimetro esterno – ma non l’organizza- zione degli interni – attinge dalla Laurent House di Wright (1949) e da altre case a emiciclo [2]. Il tracciato planimetrico, inoltre, è stato rielaborato da D’Olivo per la realizzazione del Mobilifi- cio Tolazzi a Tricesimo (1954-1957): un’opera che, a prescindere da dimensione e destinazione d’uso, dimostra come siano le funzioni ad adattarsi alla matrice geometrica e non viceversa. Più articolato è invece il reticolo booleano per la composizione di villa Spezzotti (1955-1957): i volumi e i sistemi di rampe sono inseriti in tre circonferenze di raggio massimo 10 m, alle quali si aggiungono ulteriori 6 costruzioni circolari di varia estensione e natura (corpi scala, pavimentazioni, strutture contenitive). Data la complessità, D’Olivo proporziona l’architettura sfruttando due assi perpendicolari e una griglia concentrica di 20 semicirconferenze (la prima di raggio 4 m e ultima 24 m) che si ingrandisce progressivamente di un metro. I setti in cemento armato hanno spessore variabile e la loro estensione è specificata da raggi e angoli al centro degli archi di cerchio. Anche in questo edificio,gli arredi e le aperture finestrate in legno si con- formano secondo l’andamento curvilineo dei muri e avendo come perno i vari centri.

Stereometria e comunicazione avanzata

Un ulteriore approfondimento è stato compiuto nei confronti di una delle unità abitative presentate, villa Mainardis. Essa è stata individuata in quanto costituisce da un lato una del- le opere più simboliche per Lignano Pineta – assieme alla spirale urbana e alla sinusoide di servizi – dall’altro rappresenta un interessante caso studio per le sue forme plastiche e per l’inserimento del volume nel contesto naturale. In particolare, essa ha dimostrato potenzialità eidomatiche sia nella traduzione fisica di un’architettura cilindrica, ma anche per il trattamento delle superfici curvilinee all’interno di programmi di simulazione virtuale. Il passaggio dalla dimensione analogica alla rappresentazione bidimensionale e stereometri- ca, rende necessaria inoltre la transizione verso recenti e avanzate modalità e tecnologie di fruizione. Dalla trascrizione digitale dei disegni esecutivi dell’architetto, la modellazione del digital twin è stata definita e integrata anche da alcune fotografie scattate sul fronte strada dell’edificio immerso nella pineta per documentare l’attuale stato di fatto e eventuali modi- fiche al progetto originale.

La ricostruzione tridimensionale ha quindi affrontato anche il tema dell’inserimento dell’ar- chitettura nel lotto: l’edificio, infatti, affianca e contiene una duna, al contempo ne asporta volume o si adagia su essa attraverso percorsi, pavimentazioni e sistemi di arredo giardino. Sono state introdotte alcune variabili di sistema in modo da aumentare l’accuratezza in termini di levigatezza degli oggetti dal punto di vista geometrico (per la prototipazione fisica a deposizione di filamento fuso) e in computer grafica per la simulazione Real time (realtà virtuale). Sono stati inoltre creati due modelli distinti per soddisfare le richieste di output: da un lato la produzione di volumi solidi per la stampa FDM e la scomposizione per piani per ottimizzare il processo di produzione; dall’altra la rimozione di superfici complanari, la suddivisione in entità per garantire una più fluida esplorazione visiva mediante headset VR, e soprattutto l’applicazione di texture differenti direttamente nell’ambiente virtuale.

I risultati finali hanno condotto a un modello fisico componibile realizzato in scala 1:100 completo di terreno, le cui superfici sono state trattate a rimozione dell’effetto staircase così da essere fruito da un’utenza ampliata e iposensibile; un eseguibile, invece, consente il tour immersivo all’interno dell’architettura.

Conclusioni

La consultazione, il confronto e l’analisi di scritti, disegni originali e materiali bibliografici han- no consentito di meglio comprendere alcuni caratteri tipologici relativi al ricorso del cerchio e di logiche booleane che accompagnarono D’Olivo in una fase della sua attività progettua- le. Evidente è la transizione, o meglio, la ricerca di emulazione, dal paesaggio all’architettura per mezzo di principi e logiche geometriche, dove piccoli volumi si mimetizzano nelle dune della pineta, richiamando anche il disegno delle chiome degli alberi: ville che possiamo defini- re ‘private utopie’ [Avon 2002]. Dall’indagine è emerso come queste complesse planimetrie siano regolate da un modulo costante pari a 1 m rintracciato sia nella maglia quadrata che nell’equidistanza concentrica dei cerchi. Il tracciamento di tali linee ausiliarie – di variabile evidenza e marcatura grafica – funge spesso da asse per i setti e, talvolta attraverso il dimezzamento in sotto moduli, definisce gli ingombri di arredi interni ed esterni e pavimentazioni. L’approfondimento stereometrico ha trovato esito nella sperimentazione del caso studio di villa Mainardis, presentata in forma grafica, fisica e virtuale all’interno di una mostra orga- nizzata per la ricorrenza del centenario della nascita dell’architetto udinese [Sdegno, Riavis 2022]. In tale occasione, gli elaborati hanno consentito di far meglio comprendere i signi- ficativi casi studio nell’ottica della divulgazione e promozione del patrimonio locale friulano.

Autrice:

Veronica Riavis, Università degli Studi di Udine, veronica.riavis@uniud.it

Per citare questo capitolo: Riavis Veronica (2023). Geometrie e transizioni dal paesaggio all’architettura: l’abitare a Lignano per Marcello D’Olivo/ Geometries and Transitions from Landscape to Architecture: Living in Lignano by Marcello D’Olivo. In Cannella M., Garozzo A., Morena S. (a cura di). Transizioni. Atti del 44° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione/Transitions. Proceedings of the 44th Internatio- nal Conference of Representation Disciplines Teachers. Milano: FrancoAngeli, pp. 1970-1985.

Compartir este evento

bottom of page